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AkaB (Author), Officina Infernale (Author)
April 2019
ISBN-10 : 8898644833 ISBN-13 : 978-8898644834
Italian
176
color
Una lotta per riappropriarsi del proprio io. Un percorso all’interno di una realtà astratta che riproduce un’ambientazione da videogioco. Un cammino introspettivo di autoconoscenza. “Iron Kobra” è la storia di Henry Novak, un giovane polacco emigrato negli USA che, suo malgrado, viene scelto dai servizi segreti governativi per incarnare il ruolo del supereroe. Selezionato in virtù della sua rigorosa integrità e costante ricerca della verità, il personaggio viene sottoposto a una serie di prove il cui fine ultimo è il collaudo del potenziale tecnologico dei mezzi detenuti dal governo. Spogliato della propria identità e investito del titolo di “Iron Kobra”, l’uomo si trasforma in una sorta di cavia umana che vediamo correre di livello in livello lungo un itinerario disumanizzato, metafora al tempo stesso di una fuga da un mondo alienante e di una disperata ricerca di sé.
Prodotto nel 2019 dalla collaborazione tra Eris Edizioni e Progetto Stigma, quest’ultima pubblicazione a firma di Akab (testi) e Officina Infernale (immagini) sa mettere in scena il tradizionale conflitto tra eroe e antieroe senza, tuttavia, scadere nella banale rappresentazione di un duello tra forze antagoniste chiaramente definite. L’intenzione degli autori, piuttosto, sembrerebbe quella di sottolineare l’inconsistenza dei modelli narrativi binari che inscenano sterili e anacronistiche lotte tra buoni e cattivi. Infatti, Iron Kobra non è il classico supereroe impegnato nella difesa di un ipotetico bene collettivo, ma, al contrario, si direbbe che le sue continue sfide non abbiano altro obiettivo che quello di ottenere un’onnipotenza insensata, capace di travalicare qualsiasi limite. L’invulnerabilità che gli conferisce la tuta da supereroe lo dota di un’immensa forza che, tuttavia, mancando di una reale applicazione, finisce per rivelarsi illusoria.
Sovvertendo tutte le convenzioni del genere, gli autori rappresentano un supereroe che rinnega i propri poteri al constatarne la vacuità. In una realtà dominata dalla tecnologia, nella quale l’efficacia dei mezzi può arrivare ad essere pressoché infallibile, ciò che viene a mancare è un contesto capace di dare un “perché” al proprio agire. Nel vuoto che nasce dalla mancanza di un orizzonte condiviso, nel quale poter rispecchiarsi e riconoscersi, la presa di coscienza del protagonista e la sua disperata ricerca della propria autentica identità acquisiscono, così, un’urgenza drammatica.
Una vicenda, dunque, che riprende e capovolge i tipici schemi narrativi del filone supereroistico facendo un uso estremamente sapiente e consapevole dei mezzi espressivi del fumetto. In effetti, nel volume le immagini e i testi si accordano perfettamente, arrivando a raggiungere un altissimo grado di eloquenza. Le illustrazioni, completamente prive di grafismi, rappresentano con grande efficacia la meccanicità spersonalizzata dell’ambientazione. Nelle tavole, prodotto di un lavoro esclusivamente digitale di collage e di fotomontaggio, il tratto umano è del tutto assente. Le figure appaiono giustapposte l’una all’altra su sfondi bidimensionali, costruiti sulla base di ripetitivi pattern geometrici che dotano le immagini di una fissità iterativa e straniante. Una fissità che, d’altra parte, acquisisce un valore quasi programmatico, come confermano le parole dello stesso Akab, riprese da Alessandro Baggi nella postfazione al libro: “Mi interessa prima di tutto che non ci sia neanche un disegno, solo collage e senso di ragno per la grafica; questo dimostra che tutti possono fare fumetti se hanno qualcosa da dire e ingegno per comunicarlo, qui tutta la retorica del “bel disegno” va a puttane…”.
La critica che con “Iron Kobra” gli autori muovono a una società schiacciata dal dominio della tecnica oltrepassa, pertanto, il livello meramente tematico. Infatti, con i suoi disegni piatti, spersonalizzati, l’opera riesce a portare la propria denuncia anche sul piano visivo, servendosi di immagini scarne e ossessive, tecnicamente prive di artifici, ma non per questo meno significative.