This content is visible to registered users. Please log in or register to access this content.
Hugo Pratt (Author)
1972
None
Italian
170
blanco y negro
All'alba della Prima guerra mondiale, al largo delle acque melanesiane nel Pacifico del Sud, un catamarano salva dalle onde un uomo legato a una zattera. Il salvatore, incredibile a dirsi, è il pirata pazzo Rasputin; il naufrago, ridotto in questo stato dall'ammutinamento del proprio equipaggio, è Corto Maltese. L'Oceano ha portato a bordo anche i giovani Cain e Pandora Groovesnore, che i pirati coinvolgeranno nella più indimenticabile delle avventure di mare, fatta di cannoniere tedesche, isole misteriose e popolazioni cannibali. Ma anche, e soprattutto, di onore e di amicizia.
È il “mare salato” stesso a prendere la parola e a dare il via alla saga di Corto Maltese: “Sono l’Oceano Pacifico e sono il più grande di tutti. Mi chiamano così da tanto tempo, ma non è vero che sono sempre calmo. A volte mi secco e allora do una spazzolata a tutto e a tutti…”. La prima tavola de “La ballata del mare salato” si apre con le parole dell’Oceano che, fin da subito, mette in chiaro che in queste pagine i flutti marini non saranno un semplice sfondo, ma l’imprescindibile collante delle innumerevoli avventure che seguiranno.
In questo poetico esordio, apparso per la prima volta nel 1967, Hugo Pratt introduce tutti i temi e i tratti fondamentali dell’ormai leggendaria saga di Corto. Stabilendo fin da subito un inedito dialogo tra fumetto e letteratura, l’autore inaugura un nuovo filone narrativo, nel quale le vignette diventano un mezzo espressivo capace di conciliare azione e analisi introspettiva lungo articolate vicende degne dei più emblematici romanzi ottocenteschi.
Il racconto ha inizio nel 1913, la Prima guerra mondiale è alle porte. Un catamarano tra le onde del Pacifico è in rotta verso “un luogo dal nome tedesco”: Kaiserine. A bordo si trovano Pandora e Cain, due giovani discendenti della ricca famiglia dei Groovesnore, tenuti in ostaggio dal feroce capitano dell’imbarcazione nella speranza di ottenere un riscatto. Durante la navigazione, viene avvistato un naufrago crocifisso a una zattera di legno. Il capitano esclama: “Ehilà Corto… come va? Stai prendendo il sole?”, e il naufrago risponde: “Maledetto buffone, proprio te dovevo incontrare”. Ed è così che il più sofisticato marinaio della storia del fumetto fa la sua prima apparizione, trovandosi mezzo nudo e mezzo morto faccia a faccia con il suo truce antagonista: Rasputin.
A partire da questo primo incontro, le vicende iniziano a intricarsi e districarsi senza sosta, sostenute da un’acuta analisi psicologica del profilo di ciascun personaggio. Le avventure di Corto, infatti, non sono mai soltanto trama. Ogni azione o avvenimento, per quanto casuale possa sembrare, viene inserito da Pratt in un sistema di scelte e inclinazioni individuali che si intersecano e influiscono mutuamente. I diversi caratteri, con le loro peculiarità e passioni, sono il vero motore delle avventure della saga, al centro della quale si trova la più elaborata e affascinante delle sue figure: quella di Corto Maltese.
Enigmatico e anfibio, tra il naufrago, il galeotto, il marinaio e il pirata, il protagonista della saga sfugge alla categoria di eroe romantico tradizionale. Ironico e distaccato, e al tempo stesso rigoroso o addirittura rigido con chi mette in discussione i suoi principi. Pragmatico e sensibile, leale e seduttore. Corto è molto di più di un semplice “tipo”. Con la sua inconfondibile sottigliezza psicologica, Pratt sa creare un personaggio tuttotondo, non sprovvisto di ambiguità e contraddizioni, capace di continuare a coinvolgerci e parlarci ancora oggi, a distanza di più di cinquant’anni dalla sua “nascita”. E, dato che la complessità del carattere del protagonista sarebbe risultata artificiosa se accompagnata da mere maschere prive di spessore, ecco che Corto trova il proprio contrappunto nella figura di Rasputin, altrettanto poliedrico e intrigante. Immorale, spietato, dissoluto, ed eppure non un perfido. La rabbia, e non la crudeltà, determina i tratti essenziali del suo carattere, segnato da una malinconia brutale e struggente, che pare rifarsi direttamente ai più celebri personaggi della letteratura russa.
Intorno alla complementarità che contraddistingue il rapporto tra Corto e Rasputin si costruisce una narrazione corale, multiforme, che in nessuna occasione cede allo stereotipo e alla correttezza moraleggiante. Dalla noncurante dignità e leggerezza di Pratt prende forma un’etica sfaccettata, fatta di sovversiva dignità e senso del limite (paradossalmente, proprio all’interno degli sconfinati mari del Sud). L’esotico che pervade ogni pagina del racconto è esplicito, mai allusivo e prototipico. I Maori, i Melanesiani, i guerrieri Papua, non costituiscono piatte cartoline da collezione. I mari non sono aneddoti geografici, ma luoghi d’azione, di viaggio, in grado di vincolare l’avventura più concreta con i più profondi moti dell’inconscio. Con la sua discreta disinvoltura, l’autore impone tutt’oggi al suo pubblico una lettura lenta ed attenta, disallineata dai ritmi frenetici del consumismo culturale, confermando così, in maniera incontestabile, la dignità e il potenziale artistico del genere fumettistico. Un risultato non da poco per uno che, sicuro del proprio talento abbastanza da non dover sbandierarlo, si definiva un “fumettaro”.