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Jérôme Pierrat (Author), Alfred (Illustrator)
June 2019
ISBN-10 : 8872240530 ISBN-13 : 978-8872240533
Unspecified
79
color
Il tatuaggio è diventato una moda, ampiamente praticato e ricercato soprattutto dal punto di vista estetico. Le origini di questa pratica si perdono però nella notte dei tempi e forse anche íl suo significato e funzione. Un vero esperto in materia come Jérome Pierrat ne ripercorre la storia, accompagnato dalle tavole di Alfred: prima, come rito iniziatico, marchio di infamia presso alcuni popoli o di onore per altri, si è diffuso anche in Occidente favorito dalle spedizioni scientifiche nel Pacifico, fino a diventare un tratto distintivo di marinai, delinquenti nonché di alcune teste coronate... fino ai giorni nostri, in cui il tatuaggio serve a costruire la propria identità.
“Tatuaggi” è una piccola graphic novel dal taglio divulgativo che, come indica il suo sottotitolo, si propone di sviluppare una breve “storia di una pratica ancestrale”. Nato dalla collaborazione tra il pluripremiato fumettista e illustratore Alfred, e dal caporedattore della rivista Tatouage Magazine (nonché esperto di criminologia) Jérôme Pierrat, il volume è stato pubblicato per la prima volta in Francia nel 2016, in un momento, cioè, nel quale il processo di sdoganamento dei tatuaggi era già molto chiaramente avviato. Con tono leggero e tutt’altro che moraleggiante, i due autori propongono una riflessione insolita su un fenomeno che, proprio a causa del suo carattere mainstream, spesso si tende ancora a tacciare di puro vezzo estetico. Ma il tatuaggio è molto di più che un adorno narcisistico e una moda, e riscoprirne le origini può aiutare a comprendere i motivi per i quali questa antichissima pratica non ha mai cessato di esistere lungo i millenni.
Ironicamente, il racconto ha inizio in un carcere, dove un giovane detenuto viene convocato dal direttore per essersi fatto incidere su un braccio la sgrammaticata scritta “Morte ai poliZZioti”. Aspettandosi una sanzione, il ragazzo si stupisce invece di trovarsi faccia a faccia con un autentico cultore del tatuaggio, il quale, oltre ad essere a sua volta completamente tatuato, al posto di punirlo incomincia a ripercorrere passo a passo ogni fase della storia di questi enigmatici segni cutanei che da sempre affascinano l’essere umano.
La ricostruzione storica del direttore del carcere inizia da lontano: dal rinvenimento del corpo del primo tatuato della storia, il famoso Otzi: un uomo vissuto 5300 anni fa e i cui resti furono ritrovati per caso da degli escursionisti all’inizio degli anni Novanta sulla frontiera italo-austriaca. Secondo l’interpretazione corrente, i tatuaggi di Otzi avevano una finalità terapeutica e sarebbero stati eseguiti allo scopo di alleviare dei dolori probabilmente causati da un’artrite. Le origini del tatuaggio, dunque, vanno ben oltre la dimensione esclusivamente estetica, abbracciando svariate sfere delle attività umane: da quella religiosa, a quella famigliare, punitiva, medica ed anche artistica.
Per quanto trasversali, però, i tatuaggi non furono sempre ben visti. Difatti, la loro storia ha un andamento piuttosto altalenante, alternando periodi di grande diffusione ad altri di estrema marginalità. Per esempio, nel 313 d.C., l’imperatore Costantino proibì che ci si tatuasse sul volto, per non sfigurare una parte del corpo fatta ad immagine e somiglianza di dio, anche se, per ragioni altrettanto devote, i tatuaggi ritornarono poi a diffondersi all’epoca delle crociate, quando divennero un segno di riconoscimento pensato per garantire una sepoltura cristiana anche a coloro che morivano lontani dalla terra natia.
Le proibizioni e i rinserimenti ciclici scandiscono dunque la storia del tatuaggio, una storia che, tuttavia, non conobbe mai un completo declino. Infatti, anche quando in Europa i tatuati erano rarissimi e quasi blasfemi, in altre parti del mondo la cultura del tatuaggio continuava a prosperare. Ci vorranno secoli, però, prima che gli europei si riconcilino con questa antica pratica e la reimportino nel loro continente. Sarà solo durante l’Illuminismo, con le prime spedizioni di studiosi inglesi e francesi imbarcati alla volta di realtà remote ancora da esplorare, che i tatuaggi verranno a poco a poco riscoperti e reinseriti nella cultura occidentale. In questo contesto, spicca la figura del Capitan Cook (1728-1779) che, dai i suoi viaggi nel Pacifico, porterà in patria il termine polinesiano “tatau”, ovvero “incidere”, dal quale nascerà la moderna parola “tattoo”.
Successivamente, il tatuaggio passerà dalle stive delle navi alle bettole dei porti, per poi da lì diffondersi nel mondo della criminalità e infine, solo a partire dagli anni Sessanta, trasformarsi nel simbolo di una nuova controcultura ribelle decisa a smarcarsi dai dettami delle convenzioni sociali imperanti. Un fenomeno quindi, quello del tatuaggio, né recente né facilmente circoscrivibile, e che per tanto vale la pena studiare a partire da un punto di vista ampio, capace di trascenderne gli aspetti relazionati esclusivamente con il business e con la moda. Questa breve graphic novel, per quanto a tratti leggermente didascalica, rappresenta un ottimo punto di partenza per chi desidera avvicinarsi senza pregiudizi alla riscoperta della pratica di modificazione del corpo più diffusa dei nostri giorni, della quale, però, ancora tendiamo a ignorare le origini e i significati più profondi.